Per molti di noi Ferragosto è un giorno di riposo, da passare serenamente in famiglia e con gli amici. E di cuore auguro a tutti i cesenati di viverlo proprio così.
Ma, purtroppo, so bene che negli anni di questa infinita crisi economica e sociale, a tanti - troppi - risulterà difficile godere anche di questa breve pausa di distensione. Si tratta soprattutto di coloro che il lavoro l'hanno perso; di chi, nonostante le lunghe ricerche, non l'ha ancora trovato; di chi ha il timore di non riuscire a conservarlo; di chi è costretto ad accontentarsi di un'interminabile sequenza di soluzioni precarie.
Ed anche dei tanti imprenditori che ogni giorno, con sempre maggior affanno, lottano per conservare il lavoro proprio e dei propri collaboratori. E nessuno può, neppure per un attimo, dimenticare le 1.500 famiglie povere di una Cesena che, vista con occhi distratti, può ancora sembrare a troppi un luogo solo lambito dalla crisi sociale che travolge, strisciante ma inarrestabile, dopo quella economica.
Poiché ogni cittadino consapevole - ed in primis, naturalmente chi ha un ruolo di gestione pro tempore della cosa pubblica - non può certo limitarsi a "leggere" la situazione di difficoltà di tanti, ma ha il dovere morale di provare a cambiarla in meglio, ritengo necessario utilizzare questa giornata di serenità e di festa per provare a trasmettere un segno d'impegno (non una certezza di risultato, naturalmente, poiché non sarebbe serio farlo) ai tanti che vivono anche Ferragosto con affanno, senza poter guardare al loro futuro con serenità.
Soprattutto a loro voglio rammentare che la nostra città (non "il Comune", ma "i cesenati"), con il bilancio approvato dal Consiglio comunale lo scorso 31 luglio, ha incrementato di 1.640.000 euro i fondi a disposizione di anziani, minori, persone con disabilità, famiglie in difficoltà economica (perché sempre meno cesenati restino indietro) e di 900.000 euro quelli per la nostra scuola, in particolare per il supporto all'handicap ed ai servizi ausiliari. I nostri "servizi identitari" (quelli che ci rendono orgogliosi e rassicurati di vivere in una comunità sana, perché sa ancora scegliere di stare al fianco di chi ha più bisogno e di chi, educandoli, lavora ogni giorno per il futuro dei nostri figli) anche nei prossimi mesi saranno quindi all'altezza di ciò che siamo: una città civile.
Ma anche il nostro sostegno al mondo del lavoro è stato rafforzato, grazie al sistema delle "borse lavoro", agli incentivi per le nuovo imprese (con una "no tax area" che a Cesena varrà per tre anni), al sostegno delle imprese innovative. E, poiché è bene programmare per tempo il futuro, abbiamo già deciso che il 19 settembre sarà una giornata di confronto con il nostro sistema imprenditoriale - una parte del quale, per fortuna, grazie alla propria capacità d'innovazione ed al coraggio dimostrato con investimenti da realizzare qui e non all'estero, ha retto meglio rispetto a quello al resto d'Italia - che servirà per provare a fare di Cesena sempre più un ambiente totalmente favorevole a chi vuole scommettere su un'impresa propria.
Anche perché questo significa sperare che prima o poi la "curva" che purtroppo da anni ci mostra in inesorabile flessione il dato dei nuovi posti di lavoro, riceva una auspicabile spinta verso l'alto.
Ma per riuscirci servirà mettere in campo idee, creatività, valori comuni da parte di tutti e quindi sollecito ogni cesenate (ogni donna ed uomo, le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e delle imprese, i partiti) ad affiancare la nostra città in questa sfida decisiva, con idee e suggerimenti da inviare all'indirizzo e-mail sindaco@comune.cesena.fc.it.
Forse qualcuno giudicherà fuori luogo la scelta di lanciare questo invito proprio in occasione del Ferragosto, mentre tanti altri utilizzano questa giornata per lanciare appelli più rassicuranti e sereni, magari simili a quelli totalmente stereotipati che le tv nazionali ci propinano ogni anno in questa giornata.
Ma tutti noi sappiamo come le preoccupazioni, purtroppo, non vadano in vacanza e come si possa provare a mitigarle solo tirandosi su le maniche e sapendo che altri se le tireranno su con noi.
In Romagna siamo abituati a far così, per fortuna.
Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena
Ufficio stampa
Federica Bianchi