Alla fine di giugno il Centro di Documentazione Educativa (CDE) chiuderà, per riaprire a settembre. La chiusura è determinata da esigenze esclusivamente organizzative, ma i mesi di luglio ed agosto non passeranno nell'inattività.
L'Amministrazione comunale, infatti, ha già avviato un percorso di riorganizzazione e valorizzazione del CDE, coinvolgendo tutte le scuole della città, il coordinamento pedagogico comunale, l'Azienda ASL della Romagna, l'Università cesenate, i settori Scuola e Servizi sociali del Comune, la Provincia di Forlì-Cesena e l'Ufficio scolastico provinciale. Il prossimo incontro è previsto per il 7 luglio.Il proposito è quello di avviare un dialogo aperto e partecipato sulle aspettative ed i bisogni dei ragazzi e delle ragazze che frequentano le scuole, del personale docente e delle famiglie cesenati, con l'obiettivo di rafforzare l'attività del CDE, rinnovarla e renderla più coerente alle aspettative della nostra comunità.
"Nelle nostre intenzioni - intervengono il Sindaco Paolo Lucchi e l'Assessore ai servizi per le persone Simona Benedetti - il CDE deve divenire sempre di più luogo di analisi dei bisogni che nascono nelle scuole ma anche fulcro e anticipatore di nuovi processi organizzativi volti all'innovazione tecnologica e alla sperimentazione; esso può e deve essere punto nevralgico da cui avviare nuove prassi volte all'integrazione multiculturale ma anche base su cui rafforzare ed implementare la rete fra la scuola e tutti i soggetti pubblici e privati che in città sviluppano attività e servizi per i bambini, i ragazzi e le famiglie".
"Senza dimenticare - proseguono Sindaco ed Assessore - il ruolo che ha sempre avuto, che deve essere molto potenziato, nella elaborazione delle attività di alta formazione e documentazione".
"Questo servizio - concludono Sindaco ed Assessore - che in tutti questi anni ha indubbiamente supportato i processi di qualificazione della scuola cesenate, oggi può sicuramente aiutare la nostra comunità a rispondere con più attinenza ai bisogni emergenti, anche aiutando le Istituzioni a rispondere alle nuove criticità economiche e sociali, che spesso sono anche emergenze educative e culturali".
Ufficio stampa
Federica Bianchi