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Il sostegno di Cesena alla campagna "L'acqua non si vende"

In tre settimane oltre 2000 cesenati hanno firmato per rivendicare il principio che "l'acqua non si vende" e sostenere la proposta dei  tre referendum, promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua, che chiedono l'abrogazione di tutte le norme che hanno reso possibile la privatizzazione dell'acqua potabile in Italia.

E' questo uno degli elementi emersi dall'incontro fra il Sindaco Paolo Lucchi e l'Assessore all'Ambiente Lia Montalti con una delegazione del Comitato Acqua Pubblica Cesena svoltosi nei giorni scorsi con lo scopo di confrontare e approfondire le posizioni reciproche riguardanti il tema acqua pubblica.

Il Comitato ha brevemente esposto le proprie posizioni e le azioni intraprese sul territorio, soffermandosi in particolare proprio sui buoni risultati ottenuti dalla raccolta delle firme per referendaria. E' stata inoltre rimarcata l'importanza di riconoscere, il servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, attraverso la modifica statutaria che molti comuni hanno già adottato. Fra i successi più rilevanti è stata citata la decisione, della Regione Puglia, di trasformare l'acquedotto pugliese da S.p.A. in ente di diritto pubblico.

Queste idee hanno trovato una sostanziale adesione da parte da parte del Sindaco Lucchi e dell'Assessore Montalti che per altro, a titolo personale, sono fra i sottoscrittori del referendum, così come molti consiglieri comunali. "L'Amministrazione Comunale di Cesena - sottolineano Sindaco e Assessore i - appoggia pienamente questa mobilitazione per difendere questo bene indispensabile e rivendicarne una gestione pubblica. Non è ammissibile che un bene fondamentale per la vita di tutti sia di proprietà di qualcuno e venga sottoposta alle leggi di mercato. E siamo lieti che il Consiglio Comunale di Cesena sia stato il primo nel nostro territorio ad approvare un ordine del giorno sull'acqua in cui è contenuto il preciso impegno a riconoscere questi principi e a far sì che vengano inseriti nello statuto comunale. Dal canto nostro, riteniamo fondamentale vigilare su questo tema, facendo crescere fra i cittadini una cultura dell'acqua pubblica e del suo corretto utilizzo. Non a caso abbiamo aderito al Manifesto dell'Acqua del Sindaco che ha, fra le altre cose, l'obiettivo  di promuovere il consumo dell'acqua del rubinetto anche come bevanda, e in questa direzione abbiamo in cantiere varie iniziative, come ad esempio la realizzazione di almeno una 'casa dell'acqua', che fornirà acqua dell'acquedotto, opportunamente filtrata, refrigerata e gasata".

Il Comitato, apprezzando la posizione adottata dall'amministrazione, auspica l'avvio di un percorso di collaborazione per riportare l'acqua e la gestione del servizio idrico integrato nuovamente fra i beni comuni a servizio della collettività. 
 


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