L'ingarbugliata faccenda della mini - IMU suscita dubbi e incertezze anche fra i cesenati e in questi giorni, davanti al rincorrersi delle notizie nei notiziari e sulle pagine dei giornali nazionali, tanti ci sollecitano su questo tema e chiedono chiarimenti.E dunque, prima di tutto, ribadiamo che a Cesena per la prima casa non c'è nulla da pagare. Questo grazie alla scelta oculata, fatta nel febbraio del 2013, di non aumentare l'aliquota di base per l'abitazione principale, mantenendola allo 0,4%. La "mini IMU", infatti, è prevista solo per i Comuni in cui sono state aumentate le aliquote rispetto a quelle di base. Fra i capoluoghi dell'Emilia-Romagna solo Cesena e Ferrara hanno evitato ai loro cittadini questo pagamento fuori programma per l'abitazione principale. Non così, invece, Bologna, Rimini, Ravenna, Forli, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. E non è stato facile evitare un aumento della pressione tributaria sui cesenati, poichè ricordiamo che per il nostro Comune, sulla base di questa aliquota, l'IMU sulla prima casa valeva circa 7,2 milioni, che abbiamo compensato con tagli e risparmi sul bilancio del Comune.Molti ci chiedono, poi, se verrà annullata l'IMU anche per i casi, molto frequenti, di seconde case concesse in comodato gratuito ai parenti di primo grado (figli, genitori), così come indicato dai recenti provvedimenti del Governo. Infatti, mentre in precedenza la normativa nazionale (il decreto Monti "salva Italia"), non consentiva di assimilarla alle abitazioni principali, le ultime modifiche legislative hanno introdotto questa possibilità. Diciamo subito che siamo intenzionati a procedere su questa strada, ma per farlo abbiamo bisogno, ancora una volta, che da Roma ci arrivino indicazioni chiare su come verranno coperti i mancati incassi derivanti dalla cancellazione dell'imposta per questa categoria. Appena arriveranno (come il Governo Letta ha garantito in più occasioni), provvederemo immediatamente, garantendo così un po' di ulteriore sollievo economico a tante famiglie che, concedendo la casa a propri congiunti, non mettono in atto certo speculazioni immobiliari.Allo stesso modo, avremmo voluto evitare il pagamento della differenza IMU per i terreni agricoli dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali. Come si ricorderà, anche questa categoria ricade fra quelle per le quali è stata abolita l'IMU. In questo caso, però, l'aliquota deliberata dal Comune, pari al 1.06%, risulta superiore a quella base dello 0.76%, e dunque, in questo caso, secondo quanto prescritto dal decreto legge 133 (lo stesso che ha abolito la seconda rata dell'imposta), i contribuenti sono chiamati a versare il 40% della differenza.Purtroppo, dal momento che la modifica apportata con il decreto legge è arrivata a ridosso della conclusione dell'esercizio finanziario, non è stato possibile intervenire sulla rimodulazione delle aliquote, come ci sarebbe piaciuto fare. E d'altro canto, nelle nostre condizioni si trovano molte altre Amministrazioni comunali, anche di diverso colore, come ad esempio quella di Cesenatico. Chissà come valuta questo analogo orientamento da parte di un'Amministrazione del suo stesso schieramento, il consigliere di Forza Italia Marco Casali, che un paio di giorni fa, su questo aspetto, ha accusato la Giunta di Cesena di "non risparmiare nessuno in materia di tasse", affermando che "se a livello nazionale l'IMU per i coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali è stata soppressa, così non avviene nel nostro Comune dove la giunta è sempre alla ricerca di risorse da strappare alle imprese". Dobbiamo arguire che secondo Casali anche la Giunta di Cesenatico si è macchiata di questa stessa colpa?Forse oggi sarebbe opportuno che Casali ed altri si informassero meglio, smettendo magari anche di classificare tutti come 'amici' e 'nemici', ed iniziando, piuttosto, a distinguere le Amministrazioni oculate da quelle non oculate.
Il Sindaco
Paolo Lucchi
Il Vicesindaco
Carlo Battistini
Ufficio stampa
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