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Mostra di Margherita Levo Rosenberg

Mostra

Galleria Pescheria dal 18 gennaio

Mostra Passaggio segreto di Margherita Levo Rosenberg
in occasione della Giornata della Memoria
Inaugurazione sabato 18 gennaio ore 17
Galleria Pescheria, via Pescheria 27
 
Introduce Francesca Baboni
A cura di Maria Grazia Melandri
 
Orari: 10 - 12.30 e 15 - 19 mercoledì, sabato e domenica
15 - 19 martedì e venerdì'
 
Informazioni: 0547355727/30
 
In occasione della Giornata della memoria e della Mostra
Giovedì 23 gennaio 2014 - ore  9.00
Conferenza al Palazzo del Ridotto DONNE NELLA SHOA
 

Margherita Levo Rosenberg
Margherita Levo Rosenberg nasce in provincia di Alessandria alla fine degli anni
Cinquanta. Un fare arte, il suo, che ha radici nell'adolescenza, andando ad arricchirsi
sempre più di consapevolezza fino agli inizi degli anni Novanta, la cui pratica diventa elemento vitale.
L'artista piemontese indaga sulle potenzialità espressive di materiali diversi dai
canonici dell'arte visiva, elementi quasi sempre di recupero, come plastiche
colorate, acetati, pellicole radiografiche, rete metallica o elementi naturali, facendo loro acquisire nuova forma di vita; installazioni, attraverso le quali si esprime con la forza dell'ironia e nel gioco dell'ambiguità.
 ...Proprio in questo è il fascino del suo lavoro, dichiara Loredana Rea, che raramente si svela al primo impatto, ma sempre dopo aver messo in atto un processo di ricercata contaminazione tra asserzioni concettuali e prassi operative.  L'artista parte, infatti dalla necessità di porre l'accento sulla densità del pensiero che determina la forma, per innescare un cortocircuito visivo, ....dando forza al dissenso verso un modus vivendi diventato sempre più soffocante, nel tentativo di attuare una spersonalizzante omologazione di abitudini, aspirazioni e anche desideri.
Dopo gli studi in psichiatria, trova nell'arte un territorio privilegiato di comunicazione fra l'essere umano e il mondo, che va ad approfondire anche come arte terapeuta attraverso il linguaggio visuale.  Arte come strumento di ricerca di significati, arte alla ricerca delle relazioni fra le cose, fra gli stati d'animo e le funzionalità estetiche, simboliche, concettuali.
Nel 1992 fonda a Genova il gruppo Pandeia, al quale aderiscono una decina di
artisti uniti dalle affinità concettuali, indipendentemente dall'esito formale dell'opera.
Il mio lavoro, dice Rosenberg, nasce dalla necessità di esprimere la mia relazione col mondo, ma
anche dalla critica sociale, specialmente verso i mezzi di comunicazione di massa e la loro ambiguità, realizzandosi attraverso un linguaggio iperinclusivo, potenzialmente in grado di rappresentare la complessità. Ritengo che l'arte, in tutte le sue varianti debba far parte della formazione delle generazioni future in quanto strumento indispensabile d'integrazione e di radicamento dell'essere umano.

Nella nascita di una creazione, lavoro sempre con il pensiero e le mani all'unisono, uno soccorre le altre e viceversa,  offrendomi alla mobilità dei punti di vista.... mi piace confondere lemacque, anche attraverso l'ironia, quel tanto che basta a non appesantire il gioco, dell'arte come della vita.
A partire dal 1996 e fino al 2012 ha fatto parte dell'Istituto per le Forme e le
Materie Inconsapevoli, Museoattivo Claudio Costa, associazione di volontariato
culturale sui temi della relazione tra arte e psicologia, nella quale si è occupata di studi e ricerche sui processi della creatività, sui rapporti tra creatività ed integrazione della personalità e sulle applicazioni psicoterapeutiche del linguaggio artistico; su questi temi ha relazionato in numerosi congressi e conferenze, collaborando a libri e riviste del settore.
Innumerevoli le pubblicazioni che la riguardano sia in riviste d'arte italiane e straniere sia in cataloghi che hanno accompagnato le numerose esposizioni nazionali ed internazionali, in spazi pubblici museali e in gallerie private, toccando città come Colonia, Roma, Firenze, Lubiana, Samotrace in Grecia, Tel Aviv e Holon in Israele, Lecce, Genova, Saarijärvi in Finlandia, solo per citarne alcune, entrando così a far parte di importanti collezioni, museali e private, in varie
parti del mondo.
Il suo lavoro ha suscitato l'interesse di importanti storici e critici d'arte, collezionisti e semiologi che seguono da vicino il percorso di questa straordinaria artista che con le  proprie opere crea coesistenze  che invitano lo spettatore a divenire interlocutore.
Genova e Tel Aviv sono le città fra le quali divide vita e lavoro.
 

Nell'ambito delle manifestazioni dedicate alla Giornata della Memoria, il Comune di Cesena in collaborazione con L'IMMAGINE Arte Contemporanea, ha in preparazione un particolare evento espositivo dedicato ad un'artista contemporanea concettuale di rilevante interesse, le cui opere sono state esposte in ambito pubblico nazionale ed internazionale, Margherita Levo Rosenberg.Un'attività artistica la sua iniziata da giovanissima, potenziata sempre più con la ricerca espressiva attraverso materiali diversi dai canonici dell'arte visiva; elementi quasi sempre di recupero, come plastiche colorate, acetati, pellicole radiografiche, rete metallica o elementi naturali, facendo loro acquisire nuova forma di vita.Dopo gli studi in Psichiatrici, l'artista piemontese trova nell'arte un territorio privilegiato di comunicazione fra l'essere umano e il mondo, che va ad approfondire anche come arte terapeuta attraverso il linguaggio visuale. La mostra creata appositamente per gli spazi della Galleria Comunale Pescheria, parla dell'importanza che ha la memoria in un tempo che tende a spazzar via in un attimo ogni tipo di legame col passato.Preziose installazioni aeree, a parete, a terra composte da filamenti di pellicole radiografiche di recupero che si muovono leggere nell'aria e impressionate da frammenti di corpi formano il corpus espositivo, creando intuizioni concettuali che parlano dell'umanità, delle masse e della loro storia condivisa. 
 
Un'esposizione che non parla direttamente della Shoah, ma del clima che ne ha permesso l'avvento; di quella violenza strisciante e subdola che ha radici molto più profonde, che passa attraverso ogni ambito, ogni tempo e ogni istante della cultura occidentale, quella che agisce nel sopprimere le identità e le differenze, perché lo sfregio dell'identità nasce prima del suo annientamento, poiché la catastrofe dell'antisemitismo è rappresentata non solo dalla morte di sei milioni di persone ma, molto prima, dalla loro espulsione dalla categoria dell'umano.Una mostra che invita a liberarsi dei normali codici visivi dell'arte, che induce a riflettere su quanto sia importante vigilare sulla violenza, ma soprattutto sui suoi segni premonitori, l'evitarsi, loscherno, l'intolleranza, quella violenza invisibile che annienta l'esistenza ancor prima della vita.  


 
 
 
 
 
 
 
 
 
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