Ad inizio 2011 è partito un progetto di studio/ricerca sui minori stranieri e particolarmente su quelli ormai comunemente denominati seconda generazione, progetto cui l'Amministrazione comunale di Cesena ha ritenuto di dare il proprio patrocinio.
Si tratta di un lavoro ampio ed articolato − proposto e realizzato dal sociologo Giancarlo Dall'Ara − teso principalmente a conoscere sotto diversi profili la realtà di fatto riguardo a questi minori e a coinvolgere direttamente campioni degli stessi con l'obiettivo di far emergere i termini più specifici e puntuali della realtà e delle condizioni in cui vivono, specie in quanto figli di cittadini stranieri e con particolare riferimento ai temi dell'identità personale, dell'integrazione sociale e delle dinamiche socio-relazionali. Tutto questo per poter approfondire gli aspetti più significativi, problematici ed incidenti sulla esperienza di vita di tali ragazzi, per individuare possibili
e più adeguate linee d'orientamento e di programmazione, nonché ipotesi di percorso e di concreto intervento a livello socio-politico e socio-relazionale. Lo studio/ricerca è recentemente giunto a conclusione e il rapporto finale è pubblicato nel volume "STRANIERI, FINO AQUANDO?! - voci di minori che interpellano" (Società Editrice "Il Ponte Vecchio", Cesena 2013), di cui in questa sede si riporta la mole di dati e di informazioni sulle quali
è stato condotto l'intero lavoro di analisi e d'approfondimento.
Si tratta di uno studio assai complesso che ha consentito di mettere in evidenza dati di una realtà pur essa notevolmente complessa, dati o meglio informazioni forse non tutte di assoluta "novità", ma tutte di grande interesse e tutte rigorosamente fornite da diretti protagonisti e, soprattutto, da loro comunicate attingendo dal proprio vissuto: quello dei primi tempi (di vita o di immigrazione) e quello attuale, cioè dell'oggi, pure con diversi accenni di prospettiva. Una quantità di elementi conoscitivi venuti in emergenza "gradualmente", a partire da quelli più "di superficie" o immediati o di primo livello, a quelli più in profondità o più radicati
o più difficilmente esprimibili; anche meno facili da "tirar fuori" e quindi da cogliere e "capire".
Quanto alle specifiche risultanze si rimanda direttamente al rapporto finale; qui ci si limita ad una sottolineatura, tanto di carattere generale quanto di rilievo: ascoltando questi ragazzi non si può certo ritenere che difficoltà e problemi non sussistano e neppure che questi siano facilmente riconoscibili ed identificabili; come - d'altra parte − non si può non scorgere negli stessi soggetti un forte interesse e decisa volontà d'essere e di vivere dove sono, cioè entro la realtà, non che li "ospita", ma di cui sono e si sentono profondamente parte integrante. Si può aggiungere che, a ben seguirli nei loro racconti, nelle loro osservazioni ed indicazioni, indubitabilmente si identificano quelle linee o coordinate di base per un percorso che, se decisamente intrapreso, non potrà che produrre apprezzabili "risultati" in termini di convivenza e di convivenza non solo genericamente "tranquilla" o senza conflitti, discriminazioni, paure, diffidenze, ma anche arricchita ed arricchente per tutti quanti si trovano a vivere entro il medesimo contesto sociale.