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Centro storico: il Sindaco Lucchi risponde al capogruppo dei liberaldemocratici Di Placido

"Dobbiamo lavorare sul "modello centro di Cesena", ma per farlo occorre uscire dai fortini"

Gentile capogruppo,

ho letto con grande attenzione la sua nota di sabato scorso, sulla necessità di prevedere una "vera e propria sfida, nella quale ognuno degli interlocutori dichiara chiaramente cosa vuole che il Centro Storico diventi e come lo vuole ottenere", come lei scrive, esplicitando sollecitazioni che hanno, senza dubbio, una loro piena legittimità.

Personalmente ritengo che attorno al futuro del nostro centro storico - delle imprese che in esso operano, dei suoi residenti, dei tanti che da sempre lo hanno eletto a luogo dell'incontro, della socializzazione, della cultura - passi una parte importante di quel futuro equilibrato di Cesena verso il quale, pur in questa fase così difficile, è doveroso che gli amministratori pro tempore della cosa pubblica operino.

Ho quindi molto apprezzato la sua nota che non tende a stringere il nostro campo d'azione alle sole difficoltà - indubitabili, evidenti a tutti - con le quali si stanno scontrando le imprese della nostra rete commerciale, in centro così come in ognuna delle nostre numerose frazioni. Ad identificarne le dimensioni bastino alcuni dati (fonte REF per Coop, settembre 2013): i consumi in abbigliamento oggi sono paragonabili a quelli del 1978, quelli per giornali, libri, cancelleria riportano al 1977, quelli per le calzature al 1972, quelli per i generi alimentari addirittura agli anni '60. In sintesi, la ridotta capacità di spesa degli italiani (negli ultimi 6 anni, chiarisce il Censis, i nostri consumi sono diminuiti di 120 miliardi di euro), determinata soprattutto dall'incertezza o dall'assenza di un reddito per tantissimi, ha prodotto conseguenze inevitabili e durissime per una rete commerciale strutturatasi sulla base delle tendenze pre 2008 ed oggi, sostanzialmente sfiancata.

Come affrontare, quindi questa situazione senza cercare inutili scorciatoie, ma piuttosto sperando di poter costruire un modello innovativo, perché originale ed in grado di richiamare attenzioni? Perché di questo stiamo parlando, non della possibilità di "tenere" i nostri consumi ma della capacità di tutti noi di produrre qualcosa di nuovo, non per Cesena ma per l'intera Romagna. So già che qualcuno potrebbe criticare questa affermazione, ma non posso fare a meno di sognare la città che arriverà fra poche settimane: quella che saprà proporre, mentre troppi hanno sottovalutato la cosa, un luogo di vita, di storia, di cultura, di valori, come la nuova Biblioteca Malatestiana, che ci renderà ancor più orgogliosi di essere cesenati; quella che potrà vedere i suoi abitanti (e tanti altri romagnoli) vivere all'interno di uno straordinario magnete commerciale moderno ed antico come il Foro Annonario; quella che già oggi vede 200.000 persone all'anno muoversi su bus fucsia che rappresentano un esempio europeo di mobilità senza eguali, almeno in Romagna. Ho volutamente unito con un unico filo rosso Malatestiana, Foro, bus scambiatori (che hanno motivazione e forza ben diverse e certo separabili), perché ritengo che, in realtà, da fine 2013 in poi, noi dovremo lavorare sul "modello centro di Cesena". Quello di un centro storico che avrà più motivi d'attrazione e di aggregazione, che saprà auto-promuoversi puntando sulla propria unicità, su di un'originalità che ci pone in vantaggio su chiunque altro.

Per riuscirci, servirà però uscire dai fortini nei quali, ragionando di centro storico, un po' tutti ci siamo rinchiusi da sin troppo tempo. Diciamoci la verità, da almeno 20 anni a Cesena dura una sorta di guerra di posizione, all'interno della quale qualcuno ha identificato tutti i problemi nell'assenza di parcheggi ed in una pedonalizzazione non condivisa e qualcun altro ha negato pervicacemente che così fosse. Oggi quella guerra di trincea è semplicemente anacronistica, superata ampiamente dalla crisi dei consumi alla quale non si potrebbe porre rimedio stabilmente neppure costruendo, con una bacchetta magica, dalla mattina alla sera, 10.000 nuovi posti auto. Che rimarrebbero tristemente vuoti (come tanti di quelli che già abbiamo) o che si riempirebbero di auto destinate a trasportare donne ed uomini pieni di voglia di incontrarsi ma senza la possibilità di fare acquisti, come avviene sempre più spesso durante i nostri eventi, partecipatissimi, ma frequentati da persone che sanno bene di potersi permettere consumi inferiori rispetto al passato.

D'altra parte, a me pare necessario lavorare collettivamente sulla percezione di una difficile raggiungibilità del nostro Centro Storico, aumentata anche a seguito di un dibattito spesso orientatosi in questa direzione, offrendo, soprattutto all'esterno, l'immagine di una Cesena quasi chiusa. Sarà possibile, anche grazie a nuove iniziative in grado di coinvolgere il trasporto pubblico ma anche i parcheggi attualmente a disposizione.

Percorriamo dunque - con apertura, senza posizioni preconcette, senza autosufficienti alzate di spalle - la strada di una sfida come quella che lei indica, mettendo in campo, progetti, sogni, idee, ma sempre supportati da risorse reperibili e tempi di realizzazione non solo frutto delle suggestioni. Questo, in particolare, dovrà essere il compito precipuo della "Cabina di regia per il centro storico" già operativa, affiancata da una politica e da un Associazionismo che discute e ragiona, senza chiudersi.

Tra l'altro ho la personale convinzione che sognando e costruendo in maniera diversa un nuovo modello per il centro storico e per la sua rete commerciale, in realtà costruiremmo un nuovo modello attrattivo anche per imprese commerciali delle nostre frazioni, alle quali si devono dedicare le stesse attenzioni, poichè oggi la crisi colpisce "sotto la cintura" i commercianti di Via Zefferino Re come quelli di Macerone, Calisese, Borello, Pievesestina. Infatti, tutti gli esperti di commercio, indicano come riuscire a trattenere consumi all'interno dei propri confini cittadini - a partire da quelli storici - significhi trattenerli per tutti, facendo perdere a tanti l'abitudine di rivolgersi ai grandi centro commerciali collocati lontani dalla nostra Cesena.

In conclusione della sua nota, lei indica le prossime elezioni amministrative come il momento nel quale si dovrà discutere di questi temi. Condivido la sua valutazione e mi permetto di sperare che la fase di preparazione del prossimo confronto amministrativo non sia - come accaduto quasi sempre nel recente passato - tutta giocata esclusivamente sui soliti temi collegati a parcheggi e pedonalizzazione del centro storico. Forse quest'avvio di nuovo dialogo, sarà il primo banco di prova di un auspicio che mi auguro non resti solo di pochi.
 
Il Sindaco
Paolo Lucchi
 

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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