Nella giornata in cui l'Istat comunica che nel quarto trimestre del 2012 la pressione fiscale è volata al 52%, l'Amministrazione Comunale di Cesena chiama a raccolta le forze economiche, politiche e sociali per approfondire insieme a loro gli aspetti legati alla pressione tributaria e all'equità di fronte all'attuale quadro contrassegnato dalla crisi e da un crescente disagio sociale. L'appuntamento è fissato per mercoledì 10 aprile, alle ore 17.30, nella sala del Consiglio comunale e l'invito è stato trasmesso ad associazioni di categoria, sindacati, istituti di credito, capigruppo consiliari, presidenti di quartiere, associazioni di volontariato.
"La notizia diramata dall'Istat non fa altro che confermare ciò che ben sappiamo e che è stato più volte evidenziato da autorevoli organismi economici ed associazioni di impresa - osservano il Sindaco Paolo Lucchi e il Vicesindaco Carlo Battistini - vale a dire l'eccessivo carico fiscale del nostro paese, spesso accompagnato, purtroppo, dalla scarsa qualità della spesa pubblica. Il Comune di Cesena non si è mai sottratto ad analisi sull'efficienza della spesa per i servizi, sull'equità e sulla pressione tributaria locale. Con l'incontro del 10 aprile intendiamo, perciò, approfondire l'argomento, con la consapevolezza che questa Amministrazione ha sempre lavorato con impegno per salvaguardare i servizi fondamentali rivolti alle famiglie, cittadini ed imprese, per fronteggiare i problemi sociali derivanti dalla crisi economica, ma anche per mantenere il carico fiscale ai livelli possibilmente più bassi e proporre progetti di sviluppo e di cura della città. E lo faremo partendo da dati concreti, a cominciare da quelli sulle imposte locali, sottolineando che il loro peso è fra i più bassi non solo della nostra Regione, ma dell'intero nord Italia".
Sulla base dei rendiconti 2011 (quelli 2012 non sono ancora disponibili per tutti i Comuni), Cesena risulta una delle città emiliano-romagnole che hanno chiesto l'esborso più basso ai suoi cittadini: l'entrata tributaria per abitante cesenate, infatti, è di 501 euro, contro i 513 euro di Faenza, i 521 euro di Forlì, i 524 di Imola, i 536 euro di Ravenna, i 541 euro di Parma.
Una tendenza che risulta confermata anche nel 2012, alla luce delle scelte compiute dall'Amministrazione comunale sia sul versante dell'addizionale Irpef, sia su quello dell'Imu.
Per l'addizionale Irpef, infatti, il Comune di Cesena ha confermato l'aliquota al 4% (con esenzione sotto i 10mila euro) applicata già da alcuni anni: fra le città della Regione fa meglio solo Rimini con lo 0,3%, mentre Forlì applica lo 0,49% e tutte le altre oscillano fra lo 0,5% e lo 0,8%.
Per quanto riguarda l'IMU, lo scorso anno l'Amministrazione cesenate è stata una delle poche (insieme a Ferrata e Bologna) a non aumentare l'aliquota di base dello 0,4% per l'abitazione principale, e ha già confermato la stessa decisione anche per il 2013. Così il versamento medio effettuato da ogni contribuente per la prima casa a Cesena ammonta a 206,52 euro, e anche in questo caso risulta uno dei più esigui in Emilia - Romagna: a Ravenna è di 261 euro, a Rimini di 273,48 euro, a Forlì 298,63, a Faenza 318,72, a Bologna 320,57 euro. Ma anche per quel che riguarda gli altri immobili, a Cesena il versamento medio, risulta fra i più bassi nella comparazione con le altre città, attestandosi sui 543 euro. Solo per fare qualche esempio, a Forlì è di 554,78 euro, a Rimini 598,55 euro, a Faenza 602 euro, a Modena 812,38 euro, a Bologna 1008 euro.
Ma qual è la condizione reddituale dei cesenati? Stando ai dati del "Rapporto annuale sui redditi di cittadini e famiglie", elaborato dal Servizio Informativo Gestionale del Comune di Cesena sulla base delle informazioni messe a disposizione dall'Agenzia delle Entrate, nel 2011 i 72.800 contribuenti effettivi cesenati hanno dichiarato complessivamente 1.467.928.355 euro, e il valore medio di una dichiarazione si attesta intorno ai 20mila euro (contro una media nazionale di 19.251 euro), con un 50% che dichiara somme inferiori ai 16.210 euro all'anno (dato ottenuto calcolando la cosiddetta 'mediana').
Ma da questo calcolo rimangono esclusi circa 12mila maggiorenni che nel 2011 non hanno presentato dichiarazione dei redditi: fra loro si collocano ragazzi che ancora studiano, casalinghe, disoccupati, ecc. Tenendo conto anche di loro, il reddito medio dei cesenati scende a 17.308 euro.
"Ma nell'incontro di mercoledì - specificano Sindaco e Vicesindaco - vogliamo anche mostrare se le risorse che i cittadini e le imprese ci affidano sono spese bene e con quale efficienza. Già nel febbraio scorso il Sole 24 Ore, esaminando i costi della burocrazia nei Comuni italiani, ha stilato una classifica delle città capoluogo a partire da quelle in cui la spesa effettiva è più alta e si scosta maggiormente dai fabbisogni standard, elaborati dalla Copaff, la Commissione per l'attuazione del federalismo fiscale. Nell'elenco compare anche Cesena, che si colloca tra i Comuni con il costo della burocrazia tra i più bassi tra le 88 città considerate, con una spesa effettiva di 12 milioni di euro, riguardante le funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo (comprendenti uffici entrate, uffici tecnici, anagrafe, stato civile, elettorale, leva, statistica e altri servizi generali) vale a dire 3,5 milioni in meno del parametro di spesa ottimale assegnatoci, con un risparmio percentuale del 22,4%. Meglio di noi solo 11 città (Bergamo, Parma, Modena, Latina, Andria, Prato, Verona, Genova, Milano, Bari e Torino). Vale poi la pena di ricordare l'impegno che abbiamo attuato per combattere l'evasione e l'elusione fiscale, che ci ha visto in questi anni compiere scelte decise: abbiamo siglato l'accordo con la Guardia di Finanza per un più sistematico controllo delle dichiarazioni Isee, e il nostro Comune è al quarto posto per numero di segnalazioni inviate alla Agenzia delle entrate e addirittura al secondo per somme riscosse. E questo percorso, vogliamo ribadirlo, va soprattutto verso una maggiore equità e la difesa della nostra preziosa rete di servizi sociali, sanitari e scolastici".
La linea del Comune di Cesena per il miglior utilizzo possibile delle risorse ricevute dai cittadini corre su due binari paralleli: da un lato migliorare l'efficienza e cercare di dare risposte sempre migliori alle necessità dei cesenati, dall'altro comprimere le spese.
"E anche in questo caso - ricordano il Sindaco Lucchi e il Vicesindaco Battistini - faremo parlare i dati.
Ricordiamo, ad esempio, che nell'ambito della raccolta e smaltimento dei rifiuti, siamo passati da una percentuale di differenziata del 47,6% nel 2011 al 50,38% del 2012 e, ora, siamo pronti ad ampliare la modalità porta a porta anche al quartiere Valle Savio, senza incremento di costi. Per quanto riguarda la semplificazione, siamo passati dai 290 giorni nel 2009 di tempo medio necessario per il rilascio di una autorizzazione edilizia ai 153 giorni medi nel 2012. Sempre lo scorso anno, il rapporto tra domande ricevute e domande accolte negli asili nido ha raggiunto il 92%, mentre le scuole materne i bambini tra i 3 e i 5 anni iscritti sono il 97% della domanda potenziale. Sul fronte delle spese, infine, anche nel bilancio preventivo 2013 abbiamo confermato lo sforzo ridurre le uscite generali del Comune, continuando un impegno costante ad evitare gli sprechi, ma con il punto fermo di voler mantenere il livello elevato di qualità nei servizi educativi, nell'attenzione alle emergenze sociali, nelle risposte alle esigenze delle imprese che sollecitano costantemente a snellire le procedure. Con le forze economiche, sociali e politiche cesenati l'Amministrazione vuole affrontare i dati nella massima trasparenza, ragionare sull'impegno di mantenere ai livelli più bassi ed equi possibile il carico fiscale su cittadini ed imprese per la parte delle entrate comunali, confermare il modello di risparmio e sobrietà difendendo i servizi identitari nella nostra città sulla parte della spesa".
Ufficio stampa
Federica Bianchi