In questi mesi ci sono stati vari interventi sulla figura del Direttore Generale del Comune, con giudizi sia sul ruolo sia, recentemente, sul profilo professionale di chi lo sta ricoprendo, cioè, da fine 2007, il sottoscritto.
Ma mi pare che, il più delle volte, questi interventi siano stati contrassegnati più dalla volontà di alimentare una polemica politica, che dall'intento di capire e valutare funzioni, risultati e rapporto costi/benefici effettivi dell'attività del Direttore Generale.
A conclusione del mio mandato, e di fronte ad una escalation di toni anche offensivi, ho deciso di intervenire fornendo un punto di vista sulla questione che - al di fuori di contenziosi politici - possa portare a considerazioni più informate circa l'utilità o meno del Direttore, o, perlomeno, ricondurre i ragionamenti su un piano di rispetto.
Innanzi tutto vale la pena di ricordare che sono numerosi i Comuni di dimensioni simili a Cesena, dotatisi di un direttore, e nell'elenco compaiono enti governati da schieramenti politici diversi, a dimostrazione che non si tratta di una scelta non di parte.
In questi anni l'attività del Direttore Generale del Comune ha riguardato l'attuazione del programma dell'Amministrazione, fungendo da interfaccia tra gli obiettivi indicati dal livello politico e il modo di lavorare dell'Ente, stabilendone la gestione e l'organizzazione insieme ai dirigenti e contemperando le esigenze dei diversi settori. Si tratta di compiti che, da oltre vent'anni, l'ordinamento del nostro Paese attribuisce alla componente professionale dell'ente, mentre la parte politica ha funzioni di indirizzo, senza un ruolo diretto di gestione.
Inoltre, a Cesena il Direttore ha ricoperto anche compiti dirigenziali su vari servizi (che in altri enti, anche più piccoli, hanno un proprio dirigente): la pianificazione e il controllo di gestione, il rapporto con le partecipate e la rendicontazione (dato che si tratta di compiti obbligatori), i progetti strategici intersettoriali (quali, per noi, la piattaforma logistica del fresco, l'housing sociale ecc...), il sistema informativo territoriale, la statistica, i quartieri, il progetto giovani e gli interventi per il lavoro e lo sviluppo del territorio.
Confrontando le spese di tutti i Comuni capoluogo per il personale dirigente (direttore compreso) risulta che Cesena è tra fra quelli che spendono meno: uno degli ultimi rilevamenti ci collocava attorno alla 90^ posizione su circa 100 comuni capoluogo e va sottolineato che quelli con costi minori avevano, per la maggior parte, un assetto di servizi ai cittadini molto meno rilevante del nostro. Insomma, da anni il Comune di Cesena sta costando ai cittadini, per la propria dirigenza (direttore compreso) e per tutti i dipendenti, di meno della stragrande maggioranza dei comuni italiani con o senza direttore.
Quindi, gli interventi che finora hanno puntato il dito contro il ruolo del direttore e la spesa conseguente, dimostrano non solo di non avere una visione aggiornata sul funzionamento dei Comuni, ma anche di non tener conto delle effettive esigenze del Comune di Cesena, banalizzando e semplificando l'analisi dei complessi processi produttivi dell'ente e, in questo modo, avvilendo tutti quelli che vi operano quotidianamente.
Entrando, invece, nel merito dell'attività del Direttore, uno dei fronti di impegno principali è stata la riorganizzazione della struttura che - nonostante la riduzione di personale - è riuscita a modernizzarsi e a produrre servizi innovativi, con risultati quantificati e controllabili, secondo gli obiettivi stabiliti dal Consiglio Comunale e dalla Giunta (e talora in anticipo sui tempi prefissati).
E' migliorato sensibilmente il rating economico-finanziario dell'ente, che oggi ci colloca nel ristretto gruppo (pari al 5% degli oltre 8000 Comuni italiani) di quelli maggiormente in equilibrio, secondo le metodologie di analisi indicate dalla stessa Anci. Questo è avvenuto mantenendo un livello di servizi che pochi comuni in Italia hanno.
Grazie alle idee e ai progetti avviati, in questi anni siamo riusciti ad ottenere importanti contributi economici nazionali e europei (circa 2 milioni e mezzo) che hanno finanziato, tra l'altro, tutta l'innovazione realizzata sul controllo di gestione e rendicontazione delle performance dell'Ente, senza gravare sui fondi comunali e sui cittadini di Cesena.
Alcuni esempi sul funzionamento dei servizi a Cesena: nel giro di 4 anni si è dimezzato il tempo di rilascio di autorizzazioni edilizie (oggi la media è di 153 giorni contro i 290 giorni del 2008, mentre la media regionale è di 250 giorni e quella nazionale di oltre 500); senza aumento di costi sono stati ampliati gli orari di apertura - da 35 a 44 ore settimanali - degli uffici; e ancora, i risultati raggiunti sul fronte del recupero di elusione ed evasione fiscale sono stati resi possibili grazie all'organizzazione, integrazione e impiego di banche dati, avviato dal 2009 e sviluppato in virtù di un'opera di coordinamento e di stretta collaborazione tra diversi settori, dando risultati tra i più rilevanti in Italia.
Questi sono alcuni dei riscontri oggettivi e dei concreti prodotti del lavoro, serio e silenzioso svolto quotidianamente nel comune di Cesena, con la coscienza di dovere rendere conto continuamente del proprio operato e di impegnarsi per migliorare, ma anche con la consapevolezza del valore che contribuisce a creare per la città.
A tutto questo ho cercato di dare il mio apporto, preferendo mantenere verso l'esterno il profilo defilato che era dovuto. Ritengo, infatti, che si debba partire dai risultati raggiunti - riconosciuti a livello nazionale e internazionale - per tracciare il bilancio sull'assetto direzionale e di personale che il Comune di Cesena si è dato e per valutare come abbia speso i soldi dei cittadini.
Un'ultima annotazione: come direttore generale del comune di Cesena uno dei miei compiti è stato il coordinamento del controllo delle società partecipate e credo che la decisione del Sindaco di nominarmi nel cda di Start Romagna sia stata presa sulla base dell'esperienza che ho maturato negli ultimi anni su questi temi, anche grazie al supporto dei colleghi, pubblici dipendenti, seri e responsabili.
A partire dal primo marzo il mio contratto a termine come direttore generale è interrotto: prendo atto che l'Amministrazione ritiene di cercare in altro modo di consolidare quanto realizzato e, in qualità di dirigente di questo Comune, metto a disposizione la mia professionalità, acquisita in Comuni diversi ed in Regione, con ruoli dirigenziali e di responsabilità differenti.
Come detto, il tema del direttore viene affrontato in modo diverso in Comuni diversi, a prescindere dall'orientamento politico di chi li governa, a dimostrazione che si tratta di valutazioni di carattere gestionale e non partitico. Per questo, spero che si voglia evitare di strumentalizzare ancora la gestione dirigenziale del comune per polemiche di parte.
Vittorio Severi
Ufficio stampa
Federica Bianchi