testata per la stampa della pagina

Nel 2013 investimenti e pagamenti ridotti al lumicino

Il Comune di Cesena chiama a raccolta le associazioni imprenditoriali per discutere insieme su come affrontare le prospettive difficili del prossimo anno

Nel corso del 2013 il Comune di Cesena potrà utilizzare meno di 2 milioni di euro per nuovi lavori, nonostante abbia in cassa una liquidità che supera i 33 milioni di euro. Una situazione paradossale, diretta conseguenza dei vincoli sempre più stringenti del Patto di stabilità, che non permette ai Comuni di disporre i pagamenti alle imprese anche quando, come in questo caso, si hanno risorse disponibili.

"Il quadro che si prospetta per il prossimo anno è estremamente preoccupante - sottolineano il Sindaco Paolo Lucchi e il Vicesindaco e Assessore al Bilancio Carlo Battistini - e conferma l'allarme che avevamo lanciato già lo scorso anno, quando avevamo paventato la pressoché totale paralisi degli investimenti da parte del nostro ente a causa del meccanismo perverso innescato fissando un tetto massimo consentito per i pagamenti dei Comuni. Un tetto calcolato per tutti su pure basi aritmetiche, senza tener conto delle condizioni economiche degli enti , della loro capacità di gestione. E questo, purtroppo, penalizza proprio chi ha fatto gli sforzi maggiori per avere i conti a posto. E' quello che succede a Cesena. Negli ultimi 4 anni il nostro Comune ha ridotto di oltre 15 milioni il proprio indebitamento, passando dai 47 milioni e 472mila euro del 2009 ai 32 milioni e 64mila euro del 2012, e  ha un rating finanziario nella classe più elevata tra i Comuni, risultando uno dei più virtuosi tra le realtà di analoghe dimensioni in Italia. Eppure, anche noi siamo stati costretti sottostare a rigidi tetti per i pagamenti e a ridurre progressivamente, e in modo sempre più massiccio, gli investimenti".

Basti dire che, mentre nel quinquennio 2005-2009 la somma media annua assegnata per i nuovi investimenti era di oltre 22 milioni di euro, nel periodo 2010-2012 è scesa a 16 milioni, con un record negativo nel 2012 di appena 11 milioni e 600mila euro.
Ad aggravare il quadro, i vincoli imposti per i pagamenti. Pur avendo la disponibilità di cassa, e quindi la possibilità di pagare immediatamente, il Comune in questi anni è stato costretto a rinviare da un anno all'altro il saldo di somme sempre più cospicue, andando così ad erodere le possibilità di spesa per l'anno in corso. E così le proiezioni per il 2013 indicano che, a fronte di un tetto per i pagamenti di 11 milioni, ci sono 6 milioni e 900mila già destinati a coprire liquidazioni riferite a fatture arrivate negli ultimi mesi del 2012ti si aggiungono altri 2 milioni e 350mila euro per impegni inderogabili da pagare, portando così la somma già impegnata a 9 milioni e 250mila euro. Sulla base di questi dati restano appena 1 milione e 750 mila euro per nuovi investimenti. Un cifra pressochè irrisoria, soprattutto se si tiene conto che i lavori previsti per il 2013 ammontano a 18 milioni e 250mila euro, di cui 10 milioni per l'edilizia pubblica e 6 milioni e 900mila per le infrastrutture e la viabilità.
 
"In questo scenario - osservano il Sindaco e il Vicesindaco - appare molto difficile  mettere in cantiere nuove opere pubbliche, comprese quelle essenziali. Ma se questo aspetto è già di per sé molto preoccupante, perché significa costringere la città a fare a meno di interventi necessari anche solo per il mantenimento del patrimonio pubblico, ad alimentare la nostra inquietudine è il timore delle ripercussioni che avrà per le nostre imprese, perché significa che ci sarà ancora meno lavoro per loro. Vale la pena di ricordare, infatti, che circa il 90% dei nostri appalti se lo aggiudicano aziende cesenati o romagnole. Ed è facile capire che se fermiamo le nostre opere pubbliche, le conseguenze saranno drammatiche non solo per il tessuto economico, ma per l'intera comunità, perché sappiamo che non potrà essere  completato il risanamento senza sviluppo e che la politica dei tagli e dell'aumento della pressione fiscale senza politiche di sostegno e di investimento, produrrà altra recessione e disagio sociale. Per questo abbiamo voluto incontrare le associazioni di categoria, per discutere insieme di queste criticità e capire come affrontarle".

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
Chiudi la versione stampabile della pagina e ritorna al sito